La pianificazione del patrimonio di famiglia è uno dei campi applicativi più delicati per un notaio, tant’è che come ebbe a dire un famosissimo giurista, Francesco Carnelutti, cogliendo l’essenza della professione notarile: “Tanto più notaio, tanto meno giudice”. Compito del notaio è quello di comprendere, interpretare le volontà di coloro che si rivolgono a lui, spiegare la portata e le conseguenze delle norme giuridiche e suggerire alle persone le soluzioni conformi allo scopo che esse intendono raggiungere nel rispetto delle leggi.
E così, diventa sempre più importante il supporto del notaio anche nella pianificazione del passaggio dei beni di famiglia da genitori a figli e nella costituzione del fondo patrimoniale.
Gli Italiani hanno sempre avuto una forte vocazione al risparmio, appena attenuata dalle pulsioni consumistiche degli ultimi decenni. È stato così possibile per molte famiglie accantonare nel tempo una quota di risparmio che per lo più è stata indirizzata nel settore immobiliare. Non importa la “dimensione” di questo patrimonio di famiglia. Si va dal piccolo appartamento pagato con il duro lavoro di tutta la vita fino alle grandi fortune costituite da beni di diversa natura: ciò che conta è la funzione di questi risparmi e la destinazione degli stessi. A torto o a ragione v’è ancora chi crede che sia una buona cosa destinare ai propri figli i frutti di queste fatiche, aiutandoli in un contesto socio-economico certamente non favorevole. Se ho un figlio soltanto non c’è problema. Certamente non è possibile fare ingiustizie. Le questioni invece sorgono naturalmente quando i figli sono più di uno. Quante volte abbiamo sentito dire ad un padre o ad una madre, rivolgendosi ai figli: “se dovete litigare piuttosto lascio tutto al primo che passa per strada”? Si può ben affermare che nessun genitore sia felice di sapere che il risultato del proprio impegno, lungi dall’essere messo a profitto, finisca per alimentare tra i fratelli rancori, rivalse o semplicemente l’idea magari inespressa di essere stato “trattato peggio” dell’altro fratello.
Come gestire al meglio il patrimonio di famiglia
Il notaio può essere di grande aiuto nella pianificazione del trasferimento generazionale della ricchezza familiare. Anzitutto è dotato della competenza per comprendere e far comprendere la portata di situazioni che vengono percepite ambiguamente da chi non sia dotato delle competenze giuridiche appropriate. Spesso i genitori compiono atti di varia natura intesi ad aiutare i figli secondo il bisogno di ciascuno, per lo più senza ponderare le conseguenze nel lungo periodo. Si pensi alla madre che abbia aiutato il figlio ad acquistare l’appartamento erogando direttamente al venditore una parte del prezzo pagato, al padre che abbia agevolato due fratelli facendoli “entrare” nell’attività d’impresa pian piano lasciandola nelle loro mani mentre la figlia sia rimasta estranea a tutto questo. È chiaro come tutto questo sia fatto a fin di bene: ma siamo sicuri che i fratelli possano andare d’accordo anche quando un domani i genitori non ci siano più? Purtroppo la risposta è negativa. L’esperienza insegna come il “non detto”, come il fatto di affrontare le evenienze della vita in maniera casuale, facendovi fronte senza un piano preciso, senza una linea di condotta rigorosa e, soprattutto, condivisa con tutta la famiglia sia spesso fonte di risentimenti, litigi e, di fatto, rovini le buone intenzioni di genitori affettuosi, ma malaccorti nella gestione di una questione assai delicata.
E il notaio? In tutto ciò può essere di grande aiuto. In primo luogo ha le competenze per spiegare il significato di “gesti economici” compiuti dai genitori in favore dei figli senza un’adeguata riflessione sulle conseguenze giuridiche future. Si pensi agli esempi più sopra delineati. La mamma che paga in parte il prezzo dell’appartamento acquistato dal figlio pone in essere un “adempimento di terzo”, figura giuridica presa in considerazione dall’art.1180 codice civile e che vale come vera e propria donazione (anche se indiretta) in acconto rispetto alla quota di legittima che un domani spetterà al figlio. Il padre che agevola i fratelli in fatto cedendo loro l’azienda compie un atto di liberalità in un certo senso analogo, anche se è molto più complesso calcolare il valore del beneficio, dal momento che l’azienda è formata anche dall’avviamento che può essere incrementato dal lavoro dei fratelli che vi lavorano.
Il conto corrente familiare
Dopo la spiegazione viene la parte operativa: il notaio è il professionista idealmente destinato a consigliare le parti sul modo migliore di assicurare il passaggio generazionale della ricchezza di famiglia garantendo la trasparenza delle soluzioni a protezione dell’equilibrio familiare. Uno degli strumenti che l’esperienza ha insegnato essere utile per conseguire questo risultato è l’elaborazione di un vero e proprio “conto corrente familiare”. Con questa locuzione non si intende alludere ad un istituto giuridico codificato, ma ad un metodo operativo messo a punto per calcolare il valore economico delle attribuzioni effettuate dai genitori ai figli. Tutto questo allo scopo di agevolare il raggiungimento della consapevolezza della portata delle disposizioni a beneficio dei componenti della famiglia e nel pieno accordo di tutti. Insomma: più notaio, meno giudice.
Come faccio a gestire un bene di famiglia, dichiarato nel testamento. Abbandonato, che regole fare?, come gestirlo?, posso usare un solo piano e lasciare l’altro con le condizione di mantenerle pulito i giardino?,
Ho bisogno di creare regole notarili, siamo otto fratelli, che faccio?
Va fatta una divisione ovvero una cessione con il consenso di tutti i fratelli